Fantacalcio per principianti

Fantacalcio per principianti: come costruire una rosa bilanciata

L’asta del Fantacalcio è il momento che tutti gli appassionati attendono, un vero rito che dà inizio alla stagione. Ma cos’è esattamente? È un gioco di strategia diffuso in tutta Italia, dove ogni partecipante crea e gestisce una squadra di calcio virtuale, composta però da giocatori reali del campionato di Serie A.

La somma dei voti e dei bonus/malus (gol, assist, ammonizioni) ottenuti dai propri calciatori nelle partite vere determina il punteggio di giornata. È subito chiaro che la composizione della rosa, sia essa tramite asta o mercato a buste chiuse, è il momento decisivo dell’intera annata.

La tesi di fondo per ogni neofita deve essere chiara: l’equilibrio della rosa batte quasi sempre i nomi altisonanti se presi singolarmente. Accumulare tre fuoriclasse assoluti, come Lautaro, Osimhen e Kvaratskhelia, con una spesa di quasi la totalità del budget, lascia il manager con 22 giocatori mediocri o riserve inutilizzabili per completare i reparti.

Il Fantacalcio, però, è una maratona, non uno sprint di 100 metri; alla lunga vince chi possiede una rosa costante, profonda nelle alternative e, soprattutto, bilanciata in ogni settore del campo, capace di assorbire senza traumi gli inevitabili infortuni e il turnover imposto dagli allenatori.

La preparazione all’asta: le fondamenta del successo

Il primo passo per un principiante non è sfogliare la lista dei giocatori, ma studiare bene il regolamento della propria lega privata. Quanti crediti totali, o fantamilioni, si hanno a disposizione per comporre l’intera rosa? Quanti giocatori si devono acquistare per singolo ruolo, ad esempio 3 portieri, 8 difensori, 8 centrocampisti e 6 attaccanti? La lega utilizza regole speciali come il modificatore di difesa, che assegna punti bonus se la media voto dei difensori schierati supera una certa soglia? Sono proprio i numeri del regolamento che determinano l’intera strategia di spesa.

All’asta non si può arrivare impreparati, l’improvvisazione è la via maestra per il fallimento. Un buon fantallenatore deve studiare con anticipo le probabili formazioni di tutte le 20 squadre del campionato di Serie A, tramite siti specializzati e portali aggiornati. È necessario identificare chi sono i titolari inamovibili di ogni club, quali giocatori sono designati come rigoristi (un bonus che sposta gli equilibri), e chi invece si trova in perenne ballottaggio per un posto, e di conseguenza quindi un acquisto molto rischioso. Possedere tali informazioni crea un vantaggio competitivo netto sugli avversari meno preparati.

Costruire la squadra: strategie reparto per reparto

In molti cadono nella trappola di puntare tutto sui nomi da copertina, con il sogno di una squadra composta solo da stelle indiscusse. La realtà è che viene premiata una strategia differente, basata su un concetto molto più solido: l’equilibrio complessivo della rosa. Avere tre fuoriclasse assoluti pagati a peso d’oro, per poi riempire la squadra con 22 giocatori mediocri, è la ricetta perfetta per un campionato deludente.

I portieri (la “cassaforte” dei tuoi crediti)

La strategia più comune, e spesso la più sicura per i principianti, è quella nota come “blocco portieri“. Si tratta di acquistare il primo, il secondo e il terzo portiere della medesima squadra, ad esempio il “blocco” del Bologna o quello del Monza. I vantaggi sono evidenti: si spende una cifra relativamente contenuta, evitando le aste sanguinose per i top player del ruolo, e si ha la certezza matematica di avere sempre il portiere titolare in campo ogni domenica. La scelta dovrebbe ricadere su una squadra di media classifica solida, che magari subisce pochi tiri in porta.

Esiste ovviamente l’alternativa di investire un budget cospicuo per un portiere di una big, come Maignan o Sommer, ma bisogna essere consapevoli che tale spesa toglierà crediti decisivi agli altri reparti. L’errore che un neofita deve evitare è il cosiddetto “incrocio”, ovvero prendere il portiere del Milan e quello della Roma con la speranza di poterli alternare in base alle partite in casa o trasferta. È una strategia molto complessa, che richiede uno studio approfondito del calendario e spesso si rivela fallimentare.

I difensori (la ricerca del “Bonus” inaspettato)

La base di una buona difesa si costruisce con 4 o 5 giocatori che costano pochissimo ma hanno il pregio della titolarità assoluta, ad esempio i “braccetti” delle difese a tre o i centrali di squadre medio-piccole. Il loro compito non è portare bonus, ma tornare a casa ogni domenica con un “6” pulito in pagella, evitando il più possibile malus come le ammonizioni o le espulsioni.

A fianco dei titolari fissi, è necessario alzare il budget per 1 o 2 slot da dedicare ai difensori che portano bonus pesanti. Si parla dei terzini di spinta che crossano e segnano, come Dimarco o Theo Hernández, o di quei difensori centrali specialisti sui calci piazzati o addirittura rigoristi. Giocatori del genere hanno un costo equiparabile a quello di buoni centrocampisti, ma il loro impatto è decisivo, soprattutto nelle leghe che utilizzano il modificatore di difesa.

In sintesi, un reparto difensivo bilanciato si compone di 1 Top Player costoso capace di portare gol, 1 o 2 buoni difensori da costo medio con propensione al bonus, 3 o 4 titolari fissi low-cost che assicurano il voto, e infine 1 o 2 scommesse o semplici “tappabuchi” per completare il numero richiesto dal regolamento.

I centrocampisti (il “motore” della squadra)

Il centrocampo è il reparto dove l’equilibrio tra qualità e quantità è tutto. Non si può costruire un reparto valido con soli “trequartisti“, che costano moltissimo e sono soggetti a turnover, né si può vincere con soli “mediani” incontristi, che raramente portano bonus e spesso subiscono malus.

È saggio identificare 1 o 2 slot per i veri top player del ruolo, ovvero quei giocatori che battono i calci di rigore, come Koopmeiners o Calhanoglu, o che agiscono in posizione molto avanzata, quasi da attaccanti aggiunti. Saranno gli elementi più pagati del vostro centrocampo e quelli da cui ci si aspetta il maggior numero di gol e assist.

La maggior parte del reparto, tuttavia, deve essere composta da “gregari” affidabili, i cosiddetti titolari fissi “low-cost, high-yield”. Si tratta di giocatori che magari non chiudono la stagione con 10 gol, ma grazie ai quali si avrà quasi sempre la presenza in campo e un buon voto, spesso vicino al 6.5, con una spesa di crediti minima. Sono loro che coprono i buchi lasciati dal turnover dei top player.

L’attacco (dove si spende, ma con intelligenza)

Arriviamo al reparto offensivo, dove non si può risparmiare più di tanto. La regola di base è che almeno uno slot deve essere occupato da un bomber, un vero “capocannoniere” da 20 o più gol stagionali, come possono essere Lautaro, Vlahovic o Osimhen. Il singolo giocatore “mangerà” inevitabilmente una fetta molto ampia del budget totale a disposizione.

Il secondo e il terzo attaccante in rosa non possono, per evidenti motivi di budget, essere altri top player assoluti. Gli slot devono essere riempiti con attaccanti affidabili da 10-15 gol, ad esempio il centravanti titolare di una squadra di media classifica come Zirkzee o Lookman, oppure la “seconda punta” di una grande squadra che gioca con costanza.

Gli ultimi 2 o 3 slot dell’attacco servono per completare il reparto e devono essere riempiti con scommesse low-cost. Si può puntare su un giovane che potrebbe esplodere durante la stagione, sulla riserva diretta di un top player (che potrebbe giocare molto in caso di infortunio del titolare) o su un titolare di una piccola squadra pagato al prezzo minimo di 1 credito.

Consigli finali per una rosa bilanciata

È necessario sottolineare l’utilità di una “panchina lunga“, perché non si vince solo con 11 titolari. Avere delle riserve, che però sono titolari in altre squadre, anche se di livello medio-piccolo, è ciò che fa la differenza tra una squadra equilibrata che segna sempre e una che “resta in 10” alla prima giornata di turnover intenso.

Un consiglio psicologico valido per ogni asta è: non innamorarti dei giocatori e non strapagarli. Se un calciatore che avevi puntato supera in asta il budget massimo che avevi prefissato, devi avere la freddezza di lasciarlo andare agli avversari. Pagare molto un singolo nome significa sbilanciare l’intera rosa e compromettere la costruzione degli altri reparti; esistono sempre alternative valide a un prezzo inferiore.

Un ultimo suggerimento tattico è cercare i cosiddetti giocatori “Jolly”, ovvero quei calciatori listati in un ruolo inferiore rispetto a quello che occupano realmente in campo. Un difensore listato che gioca come esterno alto nel 3-5-2, o un centrocampista che di fatto agisce da seconda punta, ha un valore tattico enorme perché porta bonus da attaccante anche se gioca in un ruolo arretrato.

L’equilibrio è costanza

Per riassumere la strategia vincente, una rosa bilanciata ha bisogno di 1 o 2 Top Player assoluti per reparto, pagati cifre elevate, affiancati da un nucleo solido di titolari affidabili, pagati il giusto prezzo di mercato, e completata da una panchina composta quasi interamente da titolari low-cost di squadre provinciali, pagati 1 credito. È qui che si vedrà la vera differenza tra una rosa e una squadra che può competere per la vittoria finale.

Ora che le basi teoriche sono state assimilate, il fantallenatore principiante è pronto per la fase operativa: studiare le liste, definire i propri obiettivi di spesa e prepararsi alla prima, entusiasmante asta. Con equilibrio e strategia, anche un neofita può competere per la vittoria finale della lega, magari tenendo d’occhio le quote live sul sito BetFlag.

Ciro Lieto

Ciro Lieto